La vita di Margherita raccontata alla fraternità francescana della Basilica di Afragola.

Nella giornata di lunedì 18 aprile 2016, nell’ambito della settima edizione di “Libri e parole…sul Sofà di Sant’Antonio”, Giovanni Russo e Bianca Maria Ciaramella (della Biblioteca conventuale di Sant’Antonio), hanno voluto organizzare un incontro culturale per ricordare la giovane Margherita Candia. L’evento, organizzato dai Frati Minori e dall’Ordine Francescano Secolare di Afragola presso la Sala conferenze San Ludovico da Casoria della Basilica di Sant’Antonio di Padova, si è aperto con i saluti di Carlo Caccavale – direttore della Biblioteca conventuale.
Utilizzando articoli giornalistici e alcuni video propagandistici, realizzati dal regime fascista, Giovanni Russo ha ripercorso il periodo storico vissuto dalla ragazza, soffermandosi in particolare sul progetto di Benito Mussolini e del regime (ottobre 1922) di ampliare le mire espansionistiche del regno. Progetto che fu raggiunto con la creazione del vicereame dell’Africa Orientale Italiana (che comprendeva le colonie del Corno d’Africa, la Somalia, l’Eritrea e l’Abissinia).
In seguito, Giovanni Russo, ha cercato di motivare l’incomprensibile sostegno ottenuto dal Duce. Proseguendo ha lasciato, poi, che l’attenzione del numeroso pubblico fosse indirizzata al racconto della storia cittadina dei Ciaramella. La mamma di Margherita era, infatti, la sig.ra Maria Ciaramella, lontana parente del dottore Michele Ciaramella. Il medico condotto di Afragola, durante la prima guerra mondiale, si vide mobilitare tutti e sette i figli maschi (tre di essi morirono: Giovanni, giovane avvocato, fu colpito a morte sul Carso il 22 ottobre del 1915, aveva 25 anni; Raffaele, morì in trincea il 15 marzo del 1916, dopo essersi contagiato di tifo, aveva solo 24 anni; Domenico, morì, dilaniato da una bomba, nei pressi di Gorizia, il 15 agosto del 1917, aveva 29 anni). Inoltre Michele era parente del dott. Luigi Ciaramella, podestà di Afragola dal 1927 al 1943.

Durante l’incontro, e prima di lasciare la parola a Bianca Maria Ciaramella, Giovanni Russo ha avuto modo di parlare anche del Quadro di Sant’Antonio di Afragola, realizzato da Gustavo Girosi e benedetto dal Cardinale Ascalesi, che, nell’aprile del 1936, fu inviato in Africa per sostenere i soldati italiani. Si trattava dell’evidente prova di come anche la Chiesa ritenesse “un’eroica missione” andare in Africa “per convertire quei popoli e portare tra quella gente selvaggia il seme della vera Religione e della civiltà” (queste le parole del sacerdote nel discorso di occasione). Bianca Maria Ciaramella, pronipote della sig.ra Maria Ciaramella, ha tratteggiato, invece, la breve ed intensa vita di Margherita, lasciando all’uditorio il suo personale ricordo di quanto raccontato dalla mamma della giovane. L’occasione è stata propizia per mostrare alcune lettere autografe della ragazza, gelosamente custodite dalla sua famiglia, e per recuperare altre notizie storiche.

Bianca Ciaramella e Giovanni Russo hanno anche avuto l’idea di far raccontare una parte della storia utilizzando la lettura “teatralizzata” di alcuni scritti di Margherita. Pina Boemio della gioventù francescana, nell’interpretare la giovane, in camicia da notte e seduta ad una scrivania, ha condiviso emozioni e pensieri come se, Margherita, li stesse affidando ad un diario. Il racconto della morte è stato interpretato, invece, da Giovanna Angelino, nelle vesti della mamma di Margherita, che ha letto la testimonianza resa dalla donna e pubblicata nel testo, del 1947, di padre Silvestro Candela.
Al termine dell’incontro il viceparroco padre Michele Giuliano, apprezzato collezionista di santini e conoscitore della vita dei santi, ha voluto far dono a tutti i presenti di una ristampa anastatica del santino realizzato in memoria di Margherita Candia a pochi mesi dalla morte.
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